Con i primi caldi primaverili, nelle nostre città, non è raro imbattersi in qualche sciame di api che, pendente da terrazzi o cornicioni, cattura la curiosità di passanti e condomini.
Con gli occhi all’insù si rimane ammirati da questo straordinario, quanto insolito spettacolo della natura in un ecosistema a forte antropizzazione. Gli alveari in primavera si popolano in sovrabbondanza e, talvolta, la vecchia regina con circa il 70% del suo esercito al seguito, decide di partire alla ricerca di una nuova dimora. Un evento anticipato dalla cosi detta “febbre sciamatoria” dalle api bottinatrici che, appena fuori dall’alveare prossimo all’abbandono, si dispongono in grappoli quasi come a “fare la barba”, pre-annunciando la loro dipartita.
Il vecchio nido sarà governato a breve dalla nuova discendente, una giovane regina che, ben accudita in una cella reale, in pochissimi giorni sarà pronta a prenderne saldamente il comando.
Le api sono importantissime per l’ambiente e sono l’emblema dell’impollinazione entomofila. Di vitale importanza per migliaia di piante, fondamentali per la produzione del miele, della cera, della pappa reale e della propoli.
Un alveare può essere costituito da decine di migliaia di api che, essendo tra gli insetti più rappresentativi dell’eusocialità animale sono organizzati secondo gradi di cooperazione ben definiti. Ognuna di esse, nel corso della propria breve vita di circa 5-6 settimane, assume molti compiti, ben precisi e per tempi altrettanto definiti.
Si inizia da quello di pulitrice dell’alveare per poi passare, pochi giorni dopo, a quello di cuoca e nutrice di larve fino a quello di costruttrice di cellette a perfetta forma geometrica. Dopo 20 giorni il compito sarà di difesa dell’alveare per assumere infine quello di bottinatrice, alla costante ricerca di polline e piante.
Tutt’altra funzione hanno invece i maschi della specie: i fuchi. Benché siano incapaci di raccogliere il polline, di produrre la cera o difendere l’alveare, in quanto privi di pungiglione ad esempio, assolvono ad un ruolo di primaria importanza per la continuazione della specie ossia quello di fecondare la regina. Vivono all’incirca una stagione e, una volta avvenuta la sciamatura, cessate le loro funzioni all’interno dell’alveare, vengono cacciati o lasciati morire.
E poi ce lei, la regina la cui vita è costantemente incentrata nell’assicurare la discendenza della specie. Nonostante si accoppi una sola volta nella vita, è in grado di conservarsi feconda per quattro- cinque anni e deporre migliaia di uova ogni giorno.
L’apicoltura è normata dalla Legge n. 313 del 24/12/2004 che, tra le sue finalità la riconosce come attività di interesse nazionale per la conservazione dell’ambiente, dell’ecosistema e dell’agricoltura in generale. Essa è finalizzata a garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità di specie apistiche. La legge inoltre definisce il nettare, la melata, il polline e il propoli risorse di un ciclo naturale di interesse pubblico. In caso di presenza di sciami di api quindi, si consiglia di affidarsi a personale qualificato che sappia tutelare opportunamente questi preziosissimi insetti, togliendoli da contesti inopportuni per ricollocarli in luoghi idonei e protetti.
Giuseppe Pecoraro
Pulimac3 Srl